giovedì 25 novembre 2010

Integrazione: un problema ad ogni latitudine?

Cari Amici,

questa mattina mi va di parlare del problema dell'integrazione tra popolazioni diverse su medesimi territori.

Lo spunto mi è offerto da un articolo di Kathy Marks, giornalista dell'Indipendent (e la cui traduzione è comparsa a pag. 13 del Fatto Quotidiano di mercoledì scorso) che racconta della felice integrazione tra i primi coloni britannici sbarcati sulle coste della baia di Sidney nel 1788 e gli aborigeni che abitavano la costa. Si sa che l'Australia all'inizio era una colonia penale dell'Impero Britannico dove venivano mandati i peggiori delinquenti che venivano condannati all'esilio penitenziario.

La giornalista traccia un quadro di una convivenza ed integrazione felice tra britannici ed aborigeni, almeno nella prima fase. E' noto infatti che quando i coloni britannici scoprirono le imponenti risorse minerarie dell'Australia (in particolare l'oro) i rapporti tra i due popoli mutarono decisamente.

Infatti, ancora oggi, avendo avuto la fortuna di visitare quello splendido paese e di girare nelle sue diverse regioni, ho potuto constatare che tutta questa felice integrazione ed armonia non sussiste. In particolare ricordo la città di Alice Springs (che si trova al centro dell'Australia, vicino alla zona dell'Uluru-Ayers Rock) dove ho incontrato diversi aborigeni che vivevano di accattonaggio e spesso giravano ubriachi per le strade: sembravano proprio ai confini della società.

In conclusione, penso che l'integrazione tra popoli di culture ed origini diverse sia un problema complesso che però va affrontato con intelligenza ed apertura mentale. Intelligenza che mi pare essere mancata in occasione dello spegnimento delle "luminarie straniere" di Natale nella multietnica Viale Padova di Milano.

Buona giornata a tutti 

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